Repressione nel XXI secolo

La Cina e il progetto di “rieducare” gli uiguri dello Xinjiang

Di recente si è verificata una delle più grandi fughe di notizie da quando la Cina si trova sotto il controllo del Partito comunista, si tratta di 403 pagine di documenti governativi che esprimono il bisogno di portare gli uiguri (etnia di religione islamica che si trova nello Xinjiang e di lingua turca) in scuole di formazione istituite dal governo. Alcuni studenti che frequentavano le scuole ad Hong Kong di ritorno per le vacanze verso l’estremo ovest della Cina hanno trovato le loro case vuote, così come quelle dei loro vicini e alla richiesta di spiegazioni alle autorità locali gli è stato raccontato di questi centri, al quale non potevano sottrarsi pur non essendo criminali, di come fosse necessario che le loro famiglie affrontassero un percorso scolastico dopo essere stati a contatto con ideali malsani, fornendo la seguente spiegazione e sottolineando che il periodo di reclusione sarebbe dipeso anche dalla loro condotta.

Il tuo familiare è stato inviato a studiare perché ha subito un certo grado di influenza dannosa sull’estremismo religioso e sui pensieri terroristici violenti. Se ad un certo punto le “Tre Forze” o le persone con ulteriori motivi le incitassero o incantassero, le conseguenze sarebbero gravi.

Risposta fornita alla domanda degli studenti sul perché la frequenza di queste strutture fosse obbligatoria per loro famiglie.

Per “Tre Forze” si intendono il terrorismo, il separatismo e l’estremismo religioso, usato come scusa dal Partito contro le critiche internazionali ai campi che ha descritto come centri di formazione professionale, nonostante l’evidente fine che traspare dai documenti divulgati. Si tratta di deportazioni che il governo cinese ha cercato di presentare nella maniera più benevola possibile e cercando di nascondere la campagna di internamento più grande dai tempi di Mao. Le conseguenze riportate non sono solo per i diretti interessati e per le loro famiglie (di cui tratteremo nel prossimo testo), ma per l’intera regione afflitta dalla grave mancanza di forza lavoro ed alle persone che muovono lamentele viene intimato di tacere ed essere grati al Partito Comunista.
Nel documento viene riportato come il capo del Partito Xi Jinping abbia iniziato a parlare di repressione nell’aprile 2014, poche settimane dopo ci fu un attacco degli uiguri in una stazione che provocò numerosi feriti e 30 morti, Xi Jinping ha risposto chiedendo una lotta senza pietà contro il terrorismo usando gli organi della dittatura, ai discorsi tenuti dal capo del partito sono dedicate quasi 200 pagine.
Oltre 150 pagine del documento del governo offrono direttive alla sorveglianza in caso di domande da parte delle famiglie dei deportati, contenenti anche la minaccia che il periodo di detenzione fosse proporzionale al comportamento nei confronti del Partito dei parenti a casa, e riferimenti a progetti sull’estensione del programma anti islamico in altre parti della Cina.

Dal 2017, le autorità dello Xinjiang hanno arrestato molte centinaia di migliaia di uiguri, kazaki e altri musulmani nei campi di internamento. I detenuti subiscono mesi o anni di indottrinamento e interrogatorio volti a trasformarli in sostenitori secolari e fedeli del partito.

New York Times

Il governo invia i giovani più brillanti dello Xinjiang nelle università del paese con lo scopo di formare degli insegnanti uiguri, da farvi tornare, fedeli al Partito e, qualora le loro famiglie fossero state internate per la “rieducazione” durante il loro periodo di studi, le loro tasse universitarie sarebbero state gratuite.

La libertà è possibile solo quando questo ‘virus’ nel loro pensiero viene sradicato e sono in buona salute. 

Parte del documento

Approfondendo la situazione degli uiguri è possibile riscontrare dei movimenti indipendentisti che si sviluppano a partire dalla prima metà del novecento. Durante la guerra civile cinese si tentò più volte di istituire uno stato indipendente, ma i tentativi fallirono definitivamente nel 1949 con l’annessione della Seconda Repubblica del Turkestan alla Repubblica Popolare Cinese, con cui si mantiene un clima conflittuale. Nella stessa regione dello Xinjiang si trovano movimenti estremisti che hanno intensificato la loro azione dopo il 2001, come il Movimento islamico del Turkestan orientale e l’Organizzazione di liberazione del Turkestan orientale (entrambi nella lista delle organizzazioni terroristiche degli USA) che compiono attacchi contro l’esercito, gli abitanti di etnia Han e gli uffici governativi, azioni usate come pretesto per far partire la “rieducazione” da Xi Jinping.

Basato su un articolo del New York Times a cura di Austin Ramzy e Chris Buckley